Assicurano che le “prove di iniettività” sul pozzo di reiniezione Cavone 14, vicino a Mirandola, sono monitorabili dai cittadini su un sito internet per verificare se le scosse sismiche sono provocate dalla ricerca. Questa sperimentazione è stata voluta dopo la pubblicazione del rapporto Ichese che ipotizza vi siano possibili correlazioni tra le trivellazioni di quella zona e il catastrofico terremoto del 2012.

 

La notizia era evidente recente e m'era sfuggita. Ieri pomeriggio Alessandro Pozzetti, noto Social Media Marketing Manager di Mirandola, ha postato questa pagina di giornale su Facebook, citando il sindaco mirandolese Maino Benatti e denotando non poca preoccupazione.


Grazie ad Alessandro mi sono allertato. Nelle ore successive ho monitorato il rinomato Gruppo Geologi.it di Egidio Grasso e poco dopo ho visto apparire la stessa pagina di giornale, postata da Paolo Balocchi il quale ha commentato però che il titolo del giornale è fuorviante, peché non è partita alcuna trivellazione. Ho continuato a cercare.

 

Intanto, zoommando, ho letto tutto l'articolo e vi riporto qui le ultime righe:

 

Da venerdì scorso, e fino a questa settimana, saranno realizzate “prove di strato e prove di pozzo sui pozzi produttori”. Subito dopo, a fine mese, saranno eseguite le prime “prove di iniettività” sul pozzo 14 sarà reimmessa l'acqua di giacimento per un periodo di tempo “più esteso del normale” e sarà monitorato l'andamento sia della pressione e sia della temperatura all'interno del giacimento. Dal 28 aprile ad oggi sono state cinque le scosse rilevate nella zona, di cui dal 1 maggio ben tre nelle immediate vicinanze dei pozzi.

 

Non ho fatto una ricerca abbondante ma ho trovato tutto quello che mi serve per affermare che questa operazione è una follia. Il sito labcavone.it grazie al quale i cittadini potranno verificare se le trivellazioni stanno o meno provocando eventi sismici, contiene tutti documenti in bella vista, tra cui questo. Si tratta di prove che servono a dimostrare che le estrazioni non provocano terremoti.

 

Poi ho beccato diversi articoli dell'anno scorso che fanno rientrare Mirandola e altri siti dell'Emilia Romagna in un'area in cui la Exploenergy di Milano vuole attuare la ricerca dello shale gas, nonostante il recente terremoto apocalittico, ma a quanto pare le autorizzazioni non sono state date per rischio sismico. Di questa notizia sono felice, anche perché il mercato dello shale gas sta rinomatamente facendo buchi nell'acqua ovunque nel mondo, perché i pozzi si esauriscono velocemente e occorrono repentine trivellazioni. I costi sono troppi. Quanto i danni.

 

Mi viene spontaneo, da cittadino, elencare i seguenti quesiti:

 

  • Perché trivellare e iniettare per lo shale gas è rischioso mentre per la ricerca di petrolio no?
  • Perché provare che il terremoto non è stato incentivato dalle estrazioni petrolifere? Vogliono trivellare ancora?
  • A cosa può servire un sito per monitorare se i terremoti sono provocati dalle estrazioni petrolifere se negli ultimi mesi ci sono state cinque scosse?
  • Che benefici ne può trarre Mirandola e l'Italia da questo monitoraggio?

 

Mi piacerebbe che il sindaco di Mirandola rispondesse o qualunque esperto. Qui non si tratta di ambientalismo o di deturpazione del paesaggio. Sono il primo a sostenere che in Italia siamo dei pecoroni lumaconi e che potremmo costruire ponti, infrastrutture e molto altro. Qui si tratta di accendere le candeline di una torta per festeggiare dentro a un magazzino di giochi pirotecnici.

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